Le regioni e la Lombardia ‘aggiustano’ i dati per paura di un altro stop? “C’è il ragionevole sospetto che sia così, anche perché in Lombardia si sono verificate troppe stranezze sui dati nel corso di questi tre mesi”

Lo afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, a Radio24. Nel suo intervento, ripreso dall’Adnkronos, sottolinea che “si sono verificate troppe stranezze nel corso di questi tre mesi: soggetti dimessi che venivano comunicati come guariti, alternanze e ritardi nella comunicazione dei numeri. Come se ci fosse una sorta di necessità di mantenere sotto un certo livello quello che è il numero dei casi diagnosticati”.

“La Lombardia – continua – probabilmente ha avuto questa enorme diffusione del contagio in una fase precedente al caso 1 di Codogno e le misure di lockdown, come avevamo chiesto noi all’inizio di marzo, dovevano essere più rigorose e restrittive“.

Cartabellotta ribadisce che “se si combinano anche dei magheggi sui numeri è ovvio che la volontà politica non è dominare l’epidemia, ma ripartire al più presto con tutte le attività, e questo non lascia tranquilli. Non si sta effettuando un’attività di testing adeguato”.

Ma quanti sarebbero i casi sommersi, secondo Cartabellotta? “Sono 10-20 volte quelli esistenti. Se non li vado a identificare, tracciare e isolare questi continuano a girare e contagiare”.

“È un cane che si morde la coda – spiega -. Da una parte non si vogliono fare troppi tamponi per evitare di mettere sul piatto troppi casi, dall’altro non identificandoli si alimenta il contagio”.

A sostegno di questa tesi, il presidente afferma che “dal 4 al 27 maggio la Lombardia ha il 6% di tamponi diagnostici positivi, e sottolineo ‘diagnostici’ perché se mettiamo al denominatore tutti i tamponi fatti è chiaro che questa percentuale artificiosamente scende. La Liguria è al 5,8%, il Piemonte al 3,8%”.
“Le uniche due Regioni che stanno facendo un’attività di testing massiccio – spiega ancora Cartabellotta – sono Valle d’Aosta e provincia di Trento. Subito dopo ci sono Basilicata e Friuli, con 2.200-2.300. Le Regioni più colpite stanno intorno ai 1.200-1.500 al giorno. Questo si riflette anche sul numero dei casi diagnosticati”.