Una pandemia di influenza aviaria potenzialmente «100 volte peggiore del Covid» potrebbe essere all’orizzonte dopo la scoperta di un raro caso umano in Texas: lo sostengono alcuni esperti americani. L’influenza aviaria H5N1 si è diffusa rapidamente da quando è stato rilevato un nuovo ceppo nel 2020, colpendo gli uccelli selvatici in ogni stato, così come il pollame commerciale e gli allevamenti da cortile. Ma ora è stato rilevato anche nei mammiferi, con allevamenti di bovini in quattro Stati che sono stati colpiti e lunedì i funzionari sanitari federali hanno annunciato che un lavoratore del settore lattiero-caseario in Texas ha contratto il virus.

Caso umano di influenza aviaria in Texas, dove il virus è stato confermato in un lavoratore del settore lattiero-caseario che ha avuto contatti con bovini infetti. Il paziente, che presentava un’infiammazione agli occhi come unico sintomo, è in isolamento e sotto trattamento antivirale. A contagiarlo è stato un ceppo di H5N1 altamente virulento che di recente ha imperversato fra le mucche da latte in 5 stati Usa. “Al momento non siamo a conoscenza di contatti stretti” del nuovo caso “che abbiano manifestato sintomi”, ha precisato Kevin Griffis, portavoce dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc).

Per gli Stati Uniti si tratta del secondo caso di influenza aviaria nell’uomo, dopo il contagio segnalato nel 2022 in Colorado, in un addetto all’abbattimento di pollame. Il nuovo caso – hanno assicurato le autorità sanitarie – non cambia il livello di rischio per la popolazione generale, che resta basso. E’ invece maggiore nelle persone esposte per ragioni professionali a uccelli o altri animali potenzialmente infetti.

E’ la prima volta che un’influenza aviaria altamente patogena viene identificata nei bovini da latte negli Usa, ha spiegato l’American Veterinary Medical Association. Un elemento che, insieme alla trasmissione che corre da vacca a vacca, rappresenta per gli esperti un cambiamento preoccupante.

L’influenza aviaria
Si tratta un gruppo di virus influenzali che si sono adattati principalmente agli uccelli. Il virus particolare in questi nuovi casi, chiamato H5N1, è stato identificato per la prima volta nel 1996 nelle oche in Cina e nelle persone di Hong Kong nel 1997. Nel 2020, una nuova forma altamente patogena del virus H5N1 è emersa in Europa e si è diffusa rapidamente in tutto il mondo e negli Stati Uniti. Negli ultimi due decenni si sono verificate quasi 900 infezioni umane in 23 paesi.

La diffusione dell’aviaria tra le mucche
Fino ad oggi non si pensava che le mucche fossero una specie ad alto rischio. In alcune delle fattorie con mucche contagiate sono stati trovati uccelli morti per aviaria. Il virus potrebbe essersi diffuso in vari modi: secondo gli esperti la causa più probabile è che gli uccelli selvatici infetti, che diffondono il virus nelle feci, nella saliva e in altre secrezioni, abbiano contaminato il cibo o l’acqua delle mucche.

Anche altri animali noti per essere sensibili al virus potrebbero aver portato l’aviaria negli allevamenti da latte. Per ora non è possibile escludere che il virus si diffonda da mucca a mucca. Sebbene il virus sia spesso fatale negli uccelli, sembra che causi malattie relativamente lievi nelle mucche. Secondo quanto riferito dai funzionari del Texas il latte prodotto dalle mucche infette appare “denso e scolorito”.